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Letizia Tonelli

Società del gratuito, intuizione di Don Benzi. C'è spazio anche per le professioni sanitarie

Aggiornamento: 23 nov 2022

Don Oreste Benzi era solito ripetere che non basta aiutare un fratello in difficoltà a portare la sua croce, bisogna anche smettere di produrre le croci. Per questo motivo la Comunità Papa Giovanni XXIII è impegnata in un’opera nonviolenta di rimozione delle cause che provocano ingiustizia ed emarginazione a livello politico e sociale.

Per rimuovere in maniera strutturale le cause che provocano ingiustizia ed emarginazione, la Comunità Papa Giovanni XXIII dal 2006 ha ottenuto il “Consultive status” presso l’ECOSOC (Consiglio economico e sociale dell’ONU), aprendo poi a Ginevra una sua presenza stabile.

L'inizio di quest'opera è la realizzazione concreta di una “Società del Gratuito”, che imposta tutta la vita partendo dalle membra più deboli.


«Al centro della società del gratuito è l'uomo inteso come membro vivo di un corpo vivo, per cui se qualcuno sta male tutto il corpo sta male e per primo si pensa a guarire chi sta male.

La costruzione della società, l’organizzazione del lavoro, lo scambio dei beni, la scuola vengono “formati” (cioè ricevono forma) dalle membra più deboli.

Il lavoro assume la funzione che gli è propria, di partecipazione alla costruzione del bene comune, per cui viene liberato dalla sua riduzione a semplice fattore di produzione funzionale al profitto. Ne deriva che tutte le persone che compongono il corpo sociale sono messe nelle condizioni di partecipare agli altri i propri doni attraverso il lavoro.

Il principio che dà forma alla società del gratuito è l’alterocentrismo, contrapposto all’egocentrismo della società del profitto. La dinamica generata da questo principio è la gratuità. La molla che spinge ad agire tutti i suoi membri è il bene degli altri, nella consapevolezza che ognuno detiene il bene dell’altro e che nel bene comune sta anche il bene del singolo. Le competenze acquisite vengono utilizzate non “solo” per la propria realizzazione ma anche come espressione e valorizzazione dei talenti che ognuno ha ricevuto dal Signore, trovando così pieno senso e significato nell'ottica del Dono e della Reciprocità.»

Don Oreste Benzi


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